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Storia della Baronia di Favarella

DI RAIMONDO LENTINILA VOCE, ANNO IV, N. 40 OTTOBRE 2011 PAGINA 7

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[Nota contestuale: La famiglia Nobile Morso era proprietaria del territorio feudale noto come Baronia di Favarella, che comprendeva il borgo di Poggioreale. Per molti anni la famiglia Morso mantenne un palazzetto nel centro di Poggioreale.]

Don Bradamante (o Brandimarte) Morso era proprietario e proprietario di alcuni territori situati a Caltabellotta denominati Spedale, La Ghissa e La Favarella; chiese e ottenne la sottomissione di queste terre al re Filippo II il 22 luglio 1575 e il titolo fu chiamato "Baronia di Favarella". Morì a Palermo il 29 giugno 1589 all'età di 54 anni. Il cui figlio Bradamante non è dai testi pubblicati, ma troviamo un atto redatto dal notaio Pastamolla Caltabellotta del 3 settembre 1525 in cui si dice che prima era stato contratto matrimonio tra Margherita Turano figlia del nobile Giovanni e la fu Costanza e il nobile Nicola Morso. In questo documento si legge che il matrimonio fu contratto a Palermo e il rogito fu fatto dal notaio Antonino De Aiuto il 28 aprile 1524.

Margherita Turano doveva essere di Caltabellotta e probabilmente aveva portato in dote i territori di cui abbiamo parlato sopra; gli successe il figlio Bradamante che innalzò i territori a baronia e ne acquisì il titolo. Da Ciaccio sappiamo anche che un Pompilio Morso figlio di Nicolò e Margherita di Palermo (quindi probabile fratello di Bradamante) si sposa il 20 marzo 1576 con Claudia Buondelmonte.

Nessuno della famiglia viveva allora più stabilmente a Caltabellotta, ma probabilmente vi si recava per amministrare i propri beni e così ogni tanto si trovavano. Ad esempio, il 29 marzo 1683, Anna Morso era sposata con Caltabellotta, figlia del Barone Don Nicola e di Donna Margherita Adamo con il cugino Don Adamo Adamo, figlio di Don Girolamo e donna Antonina Maurici da Mazara e residente a Palermo. Ogni tanto qualche personaggio di rilievo li chiamava a fare da padrini come accadde per il battesimo del futuro arciprete di Caltabellotta Pellegrino Muscarnera nato l'11 marzo 1756 da Don Giuseppe e Donna Anna Pampinella e battezzato il giorno successivo dall'arciprete di Genova che ebbe come padrini donna Giuseppa Morso e Vanni, baronessa di Favarella, e suo figlio don Girolamo Morso e Vanni di Palermo.

L'ultima investitura fu fatta a don Giuseppe Morso Parisi il 2 ottobre 1807 che si sposò il 9 maggio 1784 con Angela Sartorio Barzellini. A loro successe il figlio Girolamo nato nel 1787 ma non ci furono altre investiture. Secondo il Mango Casalgerardo (Nobiliario di Sicilia) la famiglia dovrebbe essere "originaria di Firenze, portata in Sicilia da un fiore al tempo di Ferdinando il Cattolico". Un Giovanni acquistò da Troiano Abbate e Calcerando Corbera la terra e il castello di Gibellina, un Brandimarte, con privilegio concesso il 22 luglio, giustiziato il 28 novembre 1575, ottenne il titolo di barone di Favarella e ricoprì egli stesso la carica di senatore di Palermo nel 1578-79, 1584-85, un Gerardo fu governatore del Monte di Pietà nel 1579; Nicolò fu senatore di Palermo nel 1607-8, un Antonino, barone di Gibellina, fu deputato del Regno, capitano di giustizia di Palermo nel 1615-16 e, con privilegio concesso dal 17 gennaio al 28 febbraio 1619, ottenne il titolo di marchese di Gibellina, un Diego fu il primo barone di Mezzograno della sua famiglia, un Francesco-Marchisio, marchese di Gibellina, con privilegio concesso dal 4 febbraio al 16 maggio 1643, ottenne il titolo di principe di Poggioreale; a Gaspare, principe di Poggioreale nel 1650 era un cavaliere dell'ordine di Alcantara; a Pietro, principe di Poggioreale, ecc. fu cavaliere dell'ordine di San Giacomo, vicario generale e maestro di campo, deputato del Regno e pretore di Palermo nell'anno 1679-80; a Matteo, barone di Mezzograno, senatore di Caltagirone nel 1661-62 e capitano di giustizia della stessa città nel 1663-64; un Pietro, principe di Poggioreale, era magistrato di Palermo nel 1681; un Diego, barone di Mezzograno, senatore di Caltagirone nel 1691 e capitano di giustizia nel 1701; a Giovan Francesco, principe di Poggioreale, ecc. fu capitano di giustizia di Palermo nel 1693-94, deputato del Regno nel 1720, pretore di Palermo nel 1728, colonnello degli eserciti di Spagna, governatore di Marsala, generale di battaglia nel 1733 , comandante dell'ordine di Calatrava, generale delle galere di Sicilia, ecc .; a Francesco Morso e Leggio, barone di Mezzograno, fu capitano di giustizia di Caltagirone negli anni 1735-36-37-38 e 1754-55; a Nicolò, dei baroni di Favarella, fu rettore del grande ospedale di Palermo nel 1741, ecc.

Arma: rossa, sul braccio vestito di verde che si muove dalla testa, stringe con una mano carnosa un morso di un cavallo d'oro.

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